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Esquilino, scoperto business della contraffazione: denunciati 7 cinesi

Le fiamme gialle hanno sequestrato anche 2 appartamenti, svariati esemplari di merce contraffatta, 260 mila euro, 4 autovetture, un furgone e quote societarie di 4 società

I finanzieri del nucleo polizia tributaria di Roma hanno denunciato 7 cinesi con l'accusa di commercio illecito. I denunciati avrebbeto creato numerose società, le cosiddette "scatole cinesi", collegate tra loro al solo fine di occultare i proventi dell'attività di contraffazione. Pur dichiarando redditi pari a zero, infatti, risultavano proprietari e/o possessori di immobili e beni di lusso.

Le fiamme gialle hanno effettuato anche il sequestro preventivo di due appartamenti nel cuore di Roma, in zona Esquilino, del valore di 1.200.000 euro, al cui interno sono stati trovati capi d'abbigliamento contraffatti, 260 mila euro in contanti, orologi e altri oggetti preziosi. Infine sono state sequestrate quattro autovetture, un furgone e quote societarie di 4 società, tutti beni riconducibili ai sospettati.

L'indagine ha avuto inizio con la scoperta di una fabbrica di marchi contraffatti alle porte della capitale. Le attività investigative partite da lì e coordinate dal Sostituto Srocuratore della Dda di Roma, dott. Carlo Lasperanza, hanno infatti portato all'idenficazione dei soggetti coinvolti nel commercio illecito e d hanno permesso di ricostruire il reale volume d'affari.

Federico Mollicone, consigliere comunale Pdl, così ha commentato l'operazione: "Voglio esprimere la mia gratitudine ai Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Roma. L'operazione è la dimostrazione che gli sforzi condotti dalle forze dell'ordine producono risultati concreti, ma è anche la riprova che azioni esemplari come quella odierna devono rappresentare l'inizio di una escalation contro un sistema criminogeno gestito dalle mafie cinesi, da condurre a livello nazionale e in prima istanza proprio da parte dell'Antimafia".

"Senza l'intervento di quest'ultima - ha proseguito il consigliere - risulterà impossibile smantellare una volta per tutte le organizzazioni della mafia cinese, presenti in modo ramificato e capillare sul territorio già a partire dai più importanti scali portuali nazionali, come Genova, Livorno, Napoli, dove fa giungere i suoi container fantasma, prima di infiltrarsi nel tessuto socio-economico di molte città italiane e anche a livello romano".

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