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Tevere: sulla moria di pesci Arpa pubblica le prime analisi. Il mistero s'infittisce

Le analisi commissionate dalla Asl e quelle effettuate dall'Arpa ancora non hanno permesso di stabilire la causa di morte dei pesci rinvenuti nel Tevere

Le prime segnalazioni sono arrivate dopo il temporale che, sabato 31 maggio, è imperversato sulla Capitale. La domenica mattina i romani che si sono spinti a bordo del Tevere, hanno notato delle presenze anomale nel fiume. Sul pelo dell’acqua, tra Ponte Pasa e ponte Vittorio Emanuele, galleggiavano una gran quantità di pesci.

Il campionamento sui pesci

Per indagare sulle cause della morte di tanti cefali e barbi tiberini, sono state disposte della analisi. La Asl Rm1 ha inviato i campioni prelevati all’istituto di zooprofilassi. I risultati delle indagini sono stati deludenti perché, i pesci esaminati, hanno mostrato di avere gli organi in avanzato stato di decomposizione. Tale condizione non ha permesso, finora, di stabilire le ragioni dei numerosi decessi.

Il campionamento delle acque

L’Arpa Lazio  invece ha effettuato un campionamento delle acque in prossimità del ponte Vittorio Emanuele. In questo caso, le analisi chimiche e microbiologiche sono effettuate dai laboratori di Roma dell’Agenzia regionale che, poi, ha provveduto a pubblicare online l’esito delle indagini effettuate. I primi risultati “hanno evidenziato una concentrazione moderatamente elevata dei principali indicatori microbiologici di contaminazione fecale, dei nutrienti (principalmente fosforo e azoto) e dei cloruri” ha spiegato l’Arpa Lazio.

E’ stato tentato anche un raffronto con dati già a disposizione dell’agenzia. Le analisi appena effettuate sono così state confrontate con i risultati ottenuti nel 2019 presso la stazione di Ripetta, situata un chilometro a monte del punto campionato, e presso la Marina di Roma, 25 km a valla del Ponte Vittorio Emanuele.

I primi risultati

“I dati fin qui analizzati non forniscono ancora indicazioni chiare sulle possibili cause della moria di pesci rilevata” ha ammesso l’Arpa Lazio. Il mistero quindi non è stato risolto. Ma l’agenzia regionale ha anche aggiunto che “si potranno effettuare valutazioni più complete solo alla conclusione delle analisi ancora in corso”.

L'ipotesi

In attesa che Arpa Lazio e le nuove indagini della Asl RM1 chiariscano le cause dei decessi, stanno prendendo piede diverse teorie. Le rilevazioni, come ha sottolineato Piergiorgio Benvenuti, presidente di EcoItaliaSolidale, “non sembrerebbero fare emergere agenti inquinanti”. Quindi resta al momento al vaglio anche l'ipotesi, ricordata dal numero uno dell'associazione ecologista, che “le abbondanti piogge possano aver causato la morte dei pesci dopo aver movimentato rifiuti e liquame fra i canali che affluiscono al fiume, un apporto organico che avrebbe ridotto l’ossigeno, contribuendo ad ostruire le branchie dei pesci”. La tesi era stata usata per spiegare la moria dei pesi nel Tevere del 2017. Ma è un'ipotesi che, ha commentato il presidente di EcoITaliaSolidale, “non ci convince”.

Il giallo da risolvere

Se non sarà possibile stabilire dalle carcasse dei pesci, già in decomposizione una settimana fa, per far luce sulla loro moria occorrerà valutare le condizioni delle acque superficiali del Tevere. Ora infatti si indaga sulla presenza di metalli, solventi, pesticidi e sui livelli del BOD5, l’indice che consente di valutare il carico organico inquinante. La soluzione del giallo dipende, adesso, in larga parte dall’esito di queste ultime analisi, tuttora in corso.

Le analisi effettuate dall'Arpa Lazio sul fiume Tevere

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