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Città dell'Altra Economia: proteste per il nuovo bando

Sit-in di protesta contro il bando comunale per la gestione dello spazio della Città dell'Altra Economia. Secondo alcuni penalizzerebbe le associazioni già interne

altraL’uscita di un bando comunale che prevede l’inserimento di 10 aziende neo costituite per gestire lo spazio di 3500 mq della Città dell’altra economia al Campo Boario di Testaccio, e la conseguente fuoriuscita di tutte quelle associazioni ( più di 40) che hanno reso possibile il progetto CAE in tutti questi ann,i ha sconvolto il terzo settore, il mondo dell’associazionismo e chiunque sia sensibile alle pratiche di sostenibilità. La città dell’altra economia ha così organizzato un sit-in di protesta sotto il Campidoglio per tentare di salvare una situazione che ha del paradossale e che rischia di mandare in fumo il lavoro fatto dal lontano 2003, quando nasceva il progetto CAE per volontà del programma coordinato dall'Assessorato all'Urbanistica Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio Roma Capitale.

Il bando è uscito all’insaputa dei protagonisti, dopo peraltro accordi tra i responsabili di CAE e il Sindaco di Roma, nei quali si rassicurava alle associazioni il proseguimento del loro lavoro e piuttosto si sosteneva, a detta del Sindaco, la creazione di un tavolo di progettazione gestito dalle stesse per riqualificare l’area. Invece è arrivato solo il danno: il bando prevede l’assegnazione dello spazio a 10 aziende che, a veder bene i criteri, solo in parte hanno quei requisiti avuti sin’ora dalle associazioni del progetto CAE, inserite nel tempo per portare le tematiche dell’altra-economia a portata di mano del cittadino.

Oltre al danno la beffa: se le stesse associazioni volessero partecipare al bando, non potrebbere perché il requisito principale è che queste 10 aziende siano costituite da non più di 12 mesi. “Il Comune - spiega Gianluca Peciola consigliere provinciale Sinistra ecologia e libertà presente al sit-in- ha fatto una forzatura che affosserà il progetto CAE, quello uscito è un bando che non rispetta le progettualità preesistenti il che dimostra solamente mancanza culturale su queste tematiche della green economy da parte del Comune. Il progetto CAE è un laboratorio di economia sostenibile e sociale che non ha eguali, dove oltre ad esperienze concrete c’è un sapere che nasce e cresce lì con le persone che lo portano avanti da anni. CAE è un laboratorio per un’altra città e fermarlo significa ostacolare un futuro sostenibile”.

"L’avviso pubblico per l’assegnazione di spazi nella Città dell’Altra Economia senza nessun vincolo – spiega Fabio Alberti della federazione della Sinistra- mira ad azzerare un’esperienza quasi unica in Europa di promozione delle produzioni etiche, socio ed ecocompatibili come il riuso e riciclo dei materiali, le energie rinnovabili, il turismo responsabile, il commercio equo e solidale, la finanza etica, il software libero, l'agricoltura biologica.Non abbiamo nulla in astratto contro gli incubatori d’impresa, ma collocare questa attività nella Città dell’Altra Economia è una vera e propria provocazione e contraddice gli impegni già presi dal Sindaco con il consorzio che gestisce la Cae alla cui richiesta di ritiro della delibera ci associamo”.
 

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